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Prof.ssa Angelica Piscitello

domenica 1 giugno 2014

La Guerra degli italiani 1940-45: la fine del conflitto. Istituto Luce.


 
L'Italia entrò del tutto impreparata nella Seconda guerra mondiale il 10 giugno 1940, credendo Mussolini che fosse prossima a concludersi con la vittoria della Germania. L'idea era quella di combattere una “guerra parallela”, ovvero autonoma e con obiettivi esclusivamente italiani, avente come scopo il controllo del Mediterraneo, in primo luogo conquistando il canale di Suez. L'effettiva impreparazione italiana unita alla superiorità aereo-navale della Gran Bretagna portarono a risultati ben diversi: con la resa dell'Amba Alagi del 17 maggio 1941 veniva persa tutta l'Africa Orientale Italiana; i tedeschi dovettero venire in aiuto del generale Graziani in Africa settentrionale e furono a loro volta sconfitti a El Alamein nel 1942; l'attacco alla Grecia del dicembre 1940, militarmente immotivato, si concluse con una cocente disfatta. Così l'Italia diventava un satellite della Germania, mentre le privazioni, i bombardamenti e la prospettiva della sconfitta screditavano il fascismo. Lo sbarco americano in Sicilia nel luglio 1943 rappresentò l'ultima goccia: Mussolini fu arrestato il 25 luglio in seguito a una congiura su iniziativa del re. Il comportamento di Vittorio Emanuele III e del maresciallo Badoglio, diventato capo del governo, in occasione dell'armistizio dell'8 settembre portò allo sbando delle forze armate e l'Italia si trovò spezzata in due. Mentre gli Alleati risalivano molto lentamente la penisola e sotto l'occupazione tedesca veniva creato uno stato fascista fantoccio (la Repubblica sociale italiana) con a capo Mussolini, il Comitato di Liberazione Nazionale lanciava un appello alla lotta contro i nazi-fascisti. La resistenza, che si articolava in formazioni partigiane spesso politicamente omogenee e che dal 1944 fu coordinata da un comando generale del Corpo Volontari della Libertà, assunse anche il carattere di guerra civile: la RSI non aveva un ampio sostegno, ma attirava comunque giovani che consideravano l'armistizio un atto disonorevole. Con l'insurrezione del 25 aprile 1945 le città del nord venivano liberate prima dell'arrivo degli Alleati e fu possibile salvare gran parte degli impianti industriali.

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