BENVENUTI NEL BLOG "DAL TRASMETTERE AL COMUNICARE"

Questo BLOG DIDATTICO ha lo scopo di interfacciarsi con la didattica d'Italiano e Storia (e non solo) svolta in classe. Il BLOG si offre ad essere seguito da tutti gli alunni frequentanti L’IIS "Danilo Dolci" di Partinico (PA). Sarà piacevole accogliere qui i vostri post di commento agli argomenti inseriti, da me moderati. Trovano spazio, nel nostro Blog, anche le note alle notizie tratte dai quotidiani: PROGETTO SCUOLA "LETTURA DEL QUOTIDIANO IN CLASSE".

Il mio grazie a tutti i partecipanti!
Prof.ssa Angelica Piscitello

domenica 17 marzo 2013

MUSICA ROMANTICA

 

             IL ROMANTICISMO IN MUSICA

GIUSEPPE VERDI

           LA TRAVIATA                          Riassunto in breve

 
Il dramma lirico de La Traviata, racconta la storia d'amore fra un giovane di onorata famiglia ed una cortigiana di dubbi costumi. I pregiudizi sociali divideranno i due amanti, riuniti dalla verità e dall'amore qualche minuto prima della morte di tisi di Violetta. Due sono i cardini del dramma: amore e morte e intorno a questi s'aggira l'ispirazione del musicista che forse non salì mai tanto alta nell'espressione del dolore. La morte è già negli estenuanti accordi con cui si apre il preludio, sembra che Verdi intenda darci, col preludio dell'opera, una sintesi rapida del dramma, e vi riesce mirabilmente.
 Nel video si vede Alfredo che finalmente arriva e corre fra le braccia di Violetta per l’immancabile duetto.  Alla rappacificazione seguono gli ottimistici progetti per il futuro.
Violetta vorrebbe uscire per correre in chiesa per ringraziare Iddio della nuova gioia, ma le forze le mancano. Entra in scena anche Giorgio Germont e dopo i pochi istanti di apparente vigore, Violetta cade morta.
 





La Traviata di Verdi Giuseppe su libretto di Francesco Maria Piave. Prima rappresentazione a La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853.
L’idea della Traviata viene a Giuseppe Verdi, come una folgorazione, dopo le prime rappresentazioni teatrali della "Dame aux camélias" di Alexandre Dumas figlio, nel febbraio 1852.
Il dramma era strato ricavato, dall’autore, da un proprio romanzo autobiografico del 1848 che era stato un bestseller della letteratura scandalistica del tempo.
La scabrosità del soggetto, la parabola amorosa di Alphonsine Duplessis, una delle più celebri cortigiane parigine, morta ventitreenne appena un anno prima dell’uscita del romanzo, aveva elettrizzato Verdi, nonostante i pareri sfavorevoli dei benpensanti.
Musicalmente nella Traviata stride un poco l'utilizzo del valzer, voluttuoso e peccaminoso, ballo che che stava conquistando l’Europa ai tempi di Verdi, mentre il dramma era ambientato un secolo prima.
 
ATTIVITA' 
La traviata di Verdi porta in scena la più intensa analisi interiore e psicologica di tutto il teatro romantico. L'opera doveva intitolarsi, nelle intenzioni di Verdi, Amore e morte. In che modo l'estetica romantica del melodramma trasforma la traviata Violetta Valéry in eroina?

martedì 5 marzo 2013

GIACOMO LEOPARDI OPERE


Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggiere.flv
Cortometraggio di Ermanno Olmi (1954)

Le tre fasi del pessimismo leopardiano

Pessimismo individuale :
Il poeta afferma che l’uomo è infelice perché aspira a beni eterni, non quindi ad una felicità ma alla felicità. La morte è eterna ma egli stesso teme di morire perché è quasi certo ( la sua concezione è materialistica) che alla fine l’uomo annichilisce.

Questo pensiero porta il poeta al dolore esistenziale che gli durerà tutta la vita. L’uomo è destinato, infatti, a non sapere i motivi per cui è nato, viva, soffra; questa sofferenza può essere attenuata dalle illusioni che mostra la Natura con la bellezza del creato.

Ma il poeta sa che sono illusioni e non ne prova gioia, vorrà sempre illudersi ma non vi riuscirà mai; non si è illuso nemmeno quando avrebbe potuto, nell’età giovanile, e ciò costituisce per lui un motivo di rimpianto.

Il poeta non ha una Fede il suo dolore è perciò senza sbocco.

Pessimismo storico:
Per il Leopardi la Natura non ha mai concesso agli uomini la felicità, ma ha dato loro solo delle illusioni, per nascondere la vera e dura condizione umana.

Per il poeta la sofferenza era quindi una caratteristica a cui l’uomo non poteva sottrarsi; tuttavia gli antichi, che erano capaci di grandi illusioni, erano protetti dall’infelicità, perché esse abbellivano loro la vita e facevano loro sperare che la felicità fosse comunque raggiungibile.

E’la civiltà (il progresso) che ha distrutto le illusioni e ha abbandonato l’uomo a un’infelicità sempre più consapevole e insopportabile.

Pessimismo cosmico:
La concezione leopardiana di pessimismo cosmico, identifica la Natura, non come madre benigna che, attraverso le illusioni nasconde all’uomo la conoscenza del suo stato crudele, bensì come una matrigna cattiva che abbandona il figlio alla sofferenza, senza curarsi della sua creatura.

La Natura non si occupa dell’uomo né degli altri esseri viventi, quindi, nei fatti, è nemica della loro felicità.

Essa è indifferente alla specie umana, si mostra interessata solo al “circuito di produzione e distruzione” , il ciclo inesorabile della materia: la vita, la morte, la nascita e il dissolvimento.

Nell’ambito di questa concezione non c’è salvezza nemmeno per gli animali e le piante, tutti vivono l’infelicità esistenziale nell’universo.

Da ciò il profondo dolore il poeta.

A questo punto il pensiero leopardiano concepisce un progetto di civiltà: coscienza del vero e solidarietà fraterna.

ATTIVITA'
Quale fase del pessimismo leopardiano si evidenzia nei versi seguenti, tratti dal grande idillio "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia (parte finale)?:

[...] Forse s’avess’io l’ale
Da volar su le nubi,
135E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
140Mirando all’altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale."