BENVENUTI NEL BLOG "DAL TRASMETTERE AL COMUNICARE"

Questo BLOG DIDATTICO ha lo scopo di interfacciarsi con la didattica d'Italiano e Storia (e non solo) svolta in classe. Il BLOG si offre ad essere seguito da tutti gli alunni frequentanti L’IIS "Danilo Dolci" di Partinico (PA). Sarà piacevole accogliere qui i vostri post di commento agli argomenti inseriti, da me moderati. Trovano spazio, nel nostro Blog, anche le note alle notizie tratte dai quotidiani: PROGETTO SCUOLA "LETTURA DEL QUOTIDIANO IN CLASSE".

Il mio grazie a tutti i partecipanti!
Prof.ssa Angelica Piscitello

mercoledì 29 gennaio 2014

IL DECADENTISMO

IL DECADENTISMO

 

Il Decadentismo

Il termine

Il termine decadente viene usato per la prima volta da Paul Verlaine  in una sua poesia  “Languore” (“Sono l’impero alla fine della decadenza”- Je suis l’empire à la fin de la decadence) per designare il senso di languore, di smarrimento, di disfacimento dell’epoca paragonata alla fine dell’impero romano nel momento della sua suprema raffinatezza ed eleganza. Il termine decadente viene quindi assunto in senso negativo per designare un gruppo di intellettuali come Verlaine, (a dare questo giudizio contribuirono non pochi critici fra cui Benedetto Croce) ma poi viene preso in una accezione opposta e positiva come un modo di sentire comune dei poeti del tempo che, anzi, ha alimentato un terreno fertile per una poesia innovativa e moderna. Dapprima, inoltre, indicava un determinato movimento sorto a Parigi verso il 1860, poi passa ad indicare  le tendenze poetiche che si sviluppano in seguito e che abbracciano gran parte del Novecento.
Il pensiero:
Alla base vi è il rifiuto del Positivismo e del valore della scienza e della ragione. L’anima decadente è sempre protesa verso l’ignoto, l’irrazionale, il mistero. In quegli anni S.Freud studia l’inconscio ma per portarlo al dominio dell’io; per il decadente, invece, bisogna distruggere ogni legame con ciò che è razionale, abbandonarsi al dominio dell’inconscio e ciò lo si può ottenere quando si è in uno stato di sogno, incubo, allucinazione, provocato non solo da malattie, ma anche artificialmente, con le droghe. Gli artisti sono come “veggenti”(Gozzano), sono come sacerdoti di un vero e proprio culto, capaci di andare aldilà delle cose e vedere ciò che l’uomo comune non vede.
Il Decadentismo ha un nuovo modo di intendere la realtà che non è più oggettiva, regolata da leggi scientifiche, ma fluida, sfuggente, e non è uguale per tutti, ma ha mille sfaccettature. Il poeta adesso va al di là delle apparenze, penetra nel mistero, coglie le corrispondenze fra il visibile e l'invisibile. E usa un linguaggio allusivo, spesso oscuro, che privilegia la sinestesia e l'analogia. (due figure retoriche utilizzate spesso da Pascoli)
Il Decadentismo si manifesta secondo due direzioni: quella superomista, raffinata, sensuale, (D'Annunzio) e  quella  di ripiegarsi nel proprio Io personale, per scrutarlo, capirlo, sondare il mistero intrinseco e per cercare una vita interiore autentica, a differenza della falsità della società.(Pascoli)
I decadenti consideravano la poesia come l'unica forma di espressione simbolica del mistero del mondo e dell'Universo intero, che viene colta con frammenti rapidi e densi di significati misteriosi e simbolici. La parola quindi diventa molto importante e assume un doppio significato e  il linguaggio è perciò ricco di simbolismi (il più delle volte misteriosi), metafore, sinestesie. Tutto questo è presente nella poesia pascoliana riassunta nel saggio “Il Fanciullino”, per questo Pascoli è considerato un poeta decadente pur essendo molto lontano da D’annunzio.
Comunque, come disse Pasolini, fu l’iniziatore della poesia moderna.
Il linguaggio poetico:
 viene rivoluzionato, perché se la poesia rivela il mistero delle cose, la parola non può più essere strumento di una comunicazione logica. Alle immagini precise e nitide si preferisce il vago, l’impreciso, l’indefinito e questo determina, però, l’uso di  un linguaggio, a volte, oscuro, enigmatico, indecifrabile. Per ottenere questi effetti di suggestione ed evocazione si fa largo uso della  metafora (soprattutto della sinestesia), del simbolo, della musicalità del verso.
I temi:
il senso di disfacimento e stanchezza che la parola decadente porta con sè determina la scelta di temi che vagheggiano il lusso, la lussuria, accompagnata da perversione e crudeltà. Tutta questa ricerca di esperienze nuove può portare però alla nevrosi (personaggi di D’Annunzio e del Francese Huysmans) e la nevrosi e la corruzione affascinano i decadenti perché sono immagini che si riconnettono alla  morte (altro tema, a loro, caro). Come diceva Freud  due istinti ci guidano Eros e Thanatos. Accanto a queste tematiche vi è anche il culto della forza e della vita (apparentemente contraddittorie alla tematica della morte), che servono, però, ad esorcizzare l’attrazione morbosa alla morte. La psicologia dei personaggi decadenti è tortuosa, complicata contraddittoria, ambivalente infatti in questo periodo ha larga fortuna, in prosa, il romanzo psicologico in antitesi a quello realista.
Gli eroi decadenti
Sono: l’artista “maledetto” che rifiuta la società e sceglie il male, la vita misera, errabonda ed è dedito all’alcool e alla droga, oppure “l’esteta”, l’artista che, sull’esempio delle grandi opere d’arte, vive la sua vita come un’opera d’arte, si isola, circondato solo da bellezza e arte.
Tutti e due hanno in comune il rifiuto  della  la società .
Una terza figura è “l’inetto “che si autoesclude dalla società, non ha la forza di reagire, è frustrato e non sa vivere. Come si vede, sono uomini “malati”, isolati, perdono il contatto con il mondo esterno.

ATTIVITA' Il Decadentismo si presenta come la somma di manifestazioni anche molto differenti tra loro al suo interno, tuttavia si può individuare almeno un denominatore comune che consente di usare una formula unica e onnicomprensiva: il "male di vivere".
Cosa s'intende per "male di vivere"?
 
 



 
 


                
 



                   
 
 
 

domenica 12 gennaio 2014

FUTURISMO E FUTURISTI

 

Cos'è il Futurismo

Il futurismo è il primo movimento d’avanguardia nato in Italia, destinato a rompere l’isolamento provinciale della nostra cultura e a riaprire un dialogo tra Italia e Europa.

Il Futurismo nasce ufficialmente nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del movimento sul giornale parigino "Figaro".

Il manifesto esprime un programma teorico, una posizione ideologica che spesso precede la pratica,  ma la prima regola applicata dai futuristi sarà l'abolizione, nell'immagine, della prospettiva tradizionale, per un moltiplicarsi di punti di vista che esprimano, con intensa emozionalità, il suo dinamico interagire con lo spazio circostante.
 

Le conquiste del Novecento

All'inizio del '900, tutto il mondo dell'arte e della cultura è in evoluzione, spinto dai cambiamenti politici, per le guerre e per la veloce trasformazione della società.

Il telegrafo senza fili e la radio annullano le distanze. Il dirigibile e poi l'aeroplano avvicinano i continenti.
I tubi al neon illuminano le città e le automobili aumentano ogni giorno, grazie all'invenzione della catena di montaggio.

Nel 1909 il poeta ed editore Filippo Tommaso Marinetti, incomincia a pubblicare una serie di Manifesti (notevolmente deliranti ed ai quali il Fascismo si ispirerà), che propugnano l'avvento del Futurismo in letteratura, nella pittura e nelle arti in genere, compresa l'architettura.

A Milano i pittori divisionisti Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini  e Luigi Russolo, firmano il Manifesto Tecnico della pittura futurista, che ne stabilisce le regole: abolizione nell'immagine della prospettiva tradizionale, a favore di una visione da più punti di vista per esprimere il dinamismo degli oggetti.
 

Prima Esposizione dei Futuristi

Nella primavera del 1910 Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo, espongono le prime opere futuriste a Milano, alla "Mostra d'arte libera" nella fabbrica Ricordi.

Dopo il Manifesto generale del movimento, nel 1910, uscirà un primo manifesto dei pittori futuristi.   

Il manifesto futurista del 1910 sottolinea: "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro zampe, ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari ".

Il punto più importante di questo manifesto è dunque quello di opporre all’antica pittura statica, una nuova pittura “dinamica”, capace di rendere l’idea del movimento, della velocità, di “porre lo spettatore al centro del quadro”.
La letteratura futurista
Nel 1912, sulle pagine di "Lacerba", compare il "manifesto tecnico della letteratura futurista", con cui Marinetti definisce le nuove regole del testo letterario. Egli ritiene che la sintassi e la punteggiatura vadano distrutte, facilitando la comunicazione grazie ai metodi delle "parole in libertà", componendo la frase con l'ordine secondo cui nascono le idee, e dell'immaginazione senza fili, ricercando continue analogie. Queste operazioni dovevano servire a rappresentare in maniera più efficace il turbinio della vita moderna e il reale moto dell'animo e del pensiero. I futuristi, nella stampa delle loro opere, usarono diversi tipi di inchiostro e di caratteri.
Sotto l'aspetto della poetica, il futurismo può inquadrarsi nell'ambito del Decadentismo, trovando vari punti in comune con i simbolisti francesi, come il tema dell'irrazionalismo e il culto della morte. Nel pensiero futurista sono significativi anche i debiti verso filosofi come Nietzsche, teorizzatore del superuomo cinico, audace ed artefice del proprio e dell'altrui destino, e Bergson, che vede l'universo creato da una suprema energia in perenne evoluzione.
Ma il futurismo, pur riconoscendo i meriti dell'Ottocento, si propone come unica avanguardia in grado di agire in maniera determinante sulla nazione. Infatti, molte avanguardie sorte in sua opposizione, come l'ermetismo e il dadaismo, devono molto a questo movimento soprattutto per aver compiuto un'operazione di rinnovamento necessaria per superare il pedante tradizionalismo.

ATTIVITA'
Rispondi alle domande:
1) Perché per i futuristi la guerra è "sola igiene del mondo"?
2) In che modo i futuristi rappresentano una rottura rispetto alla mentalità del passato?
3) Che significa il motto futurista "immaginazione senza fili"?