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Il mio grazie a tutti i partecipanti!
Prof.ssa Angelica Piscitello

martedì 5 novembre 2013

TAYLORISMO E FORDISMO




Fino alla metà degli anni ’60 del Novecento il modello di organizzazione del lavoro prevalente nell’industria meccanica è quello detto “tayloristico”, dal nome dell’ingegnere statunitense Frederick W. Taylor che alla fine dell’Ottocento teorizza l’organizzazione scientifica del lavoro: al fine di ottenere un incremento della produttività il suo metodo prevede la scomposizione delle mansioni, l’individuazione di compiti elementari ben definiti da affidare a ciascun esecutore, il calcolo della loro misura e la programmazione della produzione.
L’applicazione di questa teoria nella catena di montaggio viene attuata per la prima volta su vasta scala da Henry Ford nella sua fabbrica e, all’inizio del Novecento, si diffonde dall’America in Europa.
Nella catena di montaggio la macchina in produzione prende forma per aggiunta successiva di pezzi su lunghe linee in parallelo, passa da un operaio all’altro, con operazioni a cascata e fasi di lavoro della durata di pochi secondi; solo chi lavora nelle ultime fasi ha una visione completa e funzionale del prodotto. I controlli e le riparazioni sono effettuati alla fine della linea da operai diversi da quelli addetti al montaggio.
Il taylorismo ha rivoluzionato l’organizzazione del lavoro in fabbrica, con effetti molto positivi sulla produttività e sulla modernizzazione delle fabbriche, anche se nelle fasi iniziali ha determinato una riduzione del fabbisogno di manodopera. La sua applicazione esasperata ha talvolta condotto a forme di lavoro alienanti, stigmatizzate da Charlot nel film “Tempi moderni”.
 


In “Tempi moderni" Charles Chaplin  denuncia non la tecnica in sé ma l'uso che se ne fa nella società capitalistica; in questo film il regista statunitense rappresenta con amara ironia la condizione alienata dell'operaio-massa, il quale è divenuto nella fabbrica tayloristica mera appendice della catena di montaggio e servo di una tecnica imponente e disumana completamente asservita alla logica del profitto.
 
                      Giorgio Gaber


Nella sua celebre canzone “Il tic” aveva raccontato in modo esemplare la mortificazione del lavoro moderno nelle catene di montaggio, che negava qualsiasi tipo di autorealizzazione dell’individuo. Gaber con un testo graffiante e la sua bravura nel fare il mimo metteva in risalto la divisione del lavoro e la parcellizzazione di esso. Lo stesso Marx aveva scritto ne “Il capitale” che il lavoro “diventa lavoro-macchina, l’abilità del singolo diventa sempre più infinitamente limitata e la coscienza degli operai della fabbrica viene degradata fino all’estrema ottusità”.


ATTIVITA'
Leggendo il testo, tratto dalla vostra antologia, "La catena di montaggio" di Henry Ford,
individuate quali siano gli aspetti positivi e quelli negativi di questo tipo di "produzione" applicata inizialmente da H. Ford. (commento in max 10 righi)

3 commenti:

  1. La catena di montaggio è un sistema di lavorazione dei manufatti industriali, introdotta da Henry Ford, che mirava ad accellerare i tempi di lavoro degli operai, favorendo un buon risultato del prodotto in minor tempo possibile. Ma tale processo venne allora criticato da molte persone, perché evidenziavano degli aspetti negativi; infatti, questo sistema di lavoro continuo e ripetitivo provocava alienazione della psiche e disturbi motori negli operai, costretti a gesti uguali e velocissimi. Tuttavia questo modo di produrre ebbe successo e, ancora oggi, la teoria, ideata dall’ingegnere statunitense Frederick W. Taylor alla fine dell’Ottocento, viene applicata nell'organizzazione del lavoro delle fabbriche.

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  2. La catena di montaggio produceva sicuramente degli effetti positivi come, per esempio, l’accellerazione dei tempi di produzione del prodotto e il buon risultato del lavoro stesso; di conseguenza, il prodotto industriale veniva eseguito nel minor tempo possibile.
    Tra gli aspetti negativi possiamo evidenziare i disturbi psicologici e motori degli operai, costretti ad eseguire un lavoro ripetitivo e continuo e il basso salario percepito dai lavoratori.

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  3. La catena di montaggio diviene simbolo della moderna fabbrica e della moderna produzione di massa con tutte le sue contraddizioni. Il primo ad applicare i criteri suggeriti da Frederik Taylor fu Henry Ford. La produzione di modelli di automobili accessibili economicamente a larghi strati della popolazione americana segnò la nascita della prima società dei costumi. Il taylorismo ha rivoluzionato l'organizzazione del lavoro, con effetti molto positivi sulla produzione e sulla modenizzazione delle fabbriche. Un aspetto negativo fu l'esasperazione del processo di velocizzazione della produzione, che, talvolta, ha condotto a forme di lavoro alienante. Charlot, del film "Tempi moderni": interpretava un operaio che, a causa di una sindrome da lavoro alla catena di montaggio, non riusciva piu' a controllare il movimento dei propri arti, manifestando dei tic.

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Prof.ssa Angelica Piscitello