Anche la letteratura italiana della prima parte del Novecento è caratterizzata da un senso di irrequietezza che, se da una parte esprime l'insoddisfazione verso i modi espressivi tradizionali, dall'altra è anche una chiara spia del disagio degli intellettuali di fronte a scelte sociali e politiche sempre meno gratificanti.
Parallelamente agli intellettuali che esprimono la loro delusione storica riconoscendosi nei gruppi delle avanguardie, nei movimenti di scuola o nelle riviste, ci sono intellettuali che vivono quella stessa esperienza isolatamente, ai margini della grande cultura e in questo isolamento perseguono la loro ricerca ideologica ed espressiva.
Uno di questi è Pirandello che godette di una larga fama internazionale superando come intellettuale e come artista l'ambito strettamente italiano e collocandosi in una dimensione europea. Egli rivolse il suo interesse all'uomo moderno e al suo difficile rapporto con la società industriale consapevole della crisi dei valori che erano stati propri della società borghese ottocentesca, a differenza dei grandi "decadenti" Pascoli e D'Annunzio i quali proponevano vie di fuga dalle angosce del loro tempo, Pirandello prende coscienza della crisi e affronta alle radici la condizione dell'uomo contemporaneo che vive in una prigione angosciosa ed in apparenze alienanti ma scopre dietro di essi l'angoscia esistenziale e la vanità del destino individuale.
Parallelamente agli intellettuali che esprimono la loro delusione storica riconoscendosi nei gruppi delle avanguardie, nei movimenti di scuola o nelle riviste, ci sono intellettuali che vivono quella stessa esperienza isolatamente, ai margini della grande cultura e in questo isolamento perseguono la loro ricerca ideologica ed espressiva.
Uno di questi è Pirandello che godette di una larga fama internazionale superando come intellettuale e come artista l'ambito strettamente italiano e collocandosi in una dimensione europea. Egli rivolse il suo interesse all'uomo moderno e al suo difficile rapporto con la società industriale consapevole della crisi dei valori che erano stati propri della società borghese ottocentesca, a differenza dei grandi "decadenti" Pascoli e D'Annunzio i quali proponevano vie di fuga dalle angosce del loro tempo, Pirandello prende coscienza della crisi e affronta alle radici la condizione dell'uomo contemporaneo che vive in una prigione angosciosa ed in apparenze alienanti ma scopre dietro di essi l'angoscia esistenziale e la vanità del destino individuale.
ATTIVITA'
1) Definisci il concetto di "avanguardia"
2) Quali furono le "avanguardie artistiche" del primo Novecento?
3) Quali caratteristiche essenziali esprime la lirica del '900?
1) Le “avanguardie” erano dei movimenti culturali che diedero vita al rinnovamento della letteratura e dell'arte. Gli artisti mostrarono il loro carattere rivoluzionario nel cambiare i canoni tradizionali. Le avanguardie vengono contraddistinte, infatti, dal rifiuto della tradizione e dal desiderio di rinnovamento dei mezzi espressivi e linguistici.
RispondiElimina2) Le principali avanguardie artistiche del primo ‘900 furono:
L’espressionismo; Il futurismo; Il cubismo; L’astrattismo; il surrealismo.
1) Le Avanguardie sono dei movimenti intellettuali e artistici nati all'inizio del '900, con lo scopo di ricercare nuovi percorsi per l'arte e per la letteratura, che dessero nuovi stimoli al rinnovamento culturale. Esse si caratterizzano per la rottura nei confronti della tradizione e, in particolare, con l'arte e la letteratura dell' '800. Gli artisti d'avanguardia sottolineavano la propria originalità, tendendo ad operare una frattura violenta nei confronti del passato; questo rifiuto violento della tradizione si rifletteva in un rapporto conflittuale tra l'artista e il pubblico.
RispondiElimina2) Le Avanguardie storiche del '900 furono: il cubismo, l'espressionismo, il dadaismo, il surrealismo e il futurismo.