A DANILO DOLCI (1924-1997), il grande maestro illuminato che, con la sua lezione di vita, ci ha indotto a prendere coscienza delle risorse e delle capacità che esistono in ciascuno di noi, per attuare il cambiamento morale e civile della società, operando in modo da realizzare un suo sogno, che potrebbe essere anche il nostro se saremo in grado di liberarci dalle violente relazioni di dominanza, così che ognuno ritrovi in sé l'umanità che gli è propria.
BENVENUTI NEL BLOG "DAL TRASMETTERE AL COMUNICARE"
Questo BLOG DIDATTICO ha lo scopo di interfacciarsi con la didattica d'Italiano e Storia (e non solo) svolta in classe. Il BLOG si offre ad essere seguito da tutti gli alunni frequentanti L’IIS "Danilo Dolci" di Partinico (PA). Sarà piacevole accogliere qui i vostri post di commento agli argomenti inseriti, da me moderati. Trovano spazio, nel nostro Blog, anche le note alle notizie tratte dai quotidiani: PROGETTO SCUOLA "LETTURA DEL QUOTIDIANO IN CLASSE".
Il mio grazie a tutti i partecipanti!
Prof.ssa Angelica Piscitello
Il mio grazie a tutti i partecipanti!
Prof.ssa Angelica Piscitello
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Giuseppe Mazzini fu invaso dalla “tempesta del dubbio” quando ricorda le stragi avvenute durante i moti (mazziniani) del 1830-31, dubitando di sé e del proprio ruolo, chiedendosi se fosse stato giusto condurre dei giovani alla morte per lottare per la libertà e l’indipendenza dell’Italia. Fu così preso dal rimorso per le tante uccisioni al punto che lui stesso fu invaso da un dolore che quasi diventava pazzia e ci voleva poco perché tentasse il suicidio. Egli, però, dopo una notte travagliata e sofferta, si svegliò persuaso. Aveva riflettuto sulla propria vita e sui valori e pensò con serenità, dicendosi che non doveva essere egoista e che la vita era una “missione”. Da qui sciolse ogni suo dubbio, rafforzando la validità dei propri ideali e del proprio operato.
RispondiEliminaQuando fallirono i moti del 1830-31 Mazzini entrò in una fase di profonda crisi personale nota come “tempesta del dubbio” dove emerge tutta la sua disperazione per aver sacrificato tante vite, chiedendosi se fosse stato giusto. Egli, però, un mattino si svegliò persuaso. Aveva riflettuto sulla vita, dicendosi che era come una "missione". Da li si sciolse ogni dubbio, e credette che non doveva essere egoista, e che lottare e sacrificare delle vite per la propria patria fosse giusto.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMazzini fu preso da un grande scoraggiamento per il senso di colpa che avvertì dopo le stragi dei moti mazziniani del 1830-'31, per le giovani vite spezzate. La "tempesta del dubbio", nella sua testa, derivava dal fatto che era stato lui a spingere i suoi seguaci liberali a lottare per la patria, fino al sacrificio della vita. Egli ci pensò a lungo e a questo dubbio, che lo aveva tormentato per giorni fino quasi al suicidio o alla pazzia, una mattina trovò soluzione: si era svegliato con le idee più chiare e arrivò alla conclusione che la vita è missione e lotta, che gli uomini hanno l'obbligo di raggiungere l'alto ideale di una patria libera e indipendente!
RispondiElimina--------------------------------------------------------------------------------