BENVENUTI NEL BLOG "DAL TRASMETTERE AL COMUNICARE"

Questo BLOG DIDATTICO ha lo scopo di interfacciarsi con la didattica d'Italiano e Storia (e non solo) svolta in classe. Il BLOG si offre ad essere seguito da tutti gli alunni frequentanti L’IIS "Danilo Dolci" di Partinico (PA). Sarà piacevole accogliere qui i vostri post di commento agli argomenti inseriti, da me moderati. Trovano spazio, nel nostro Blog, anche le note alle notizie tratte dai quotidiani: PROGETTO SCUOLA "LETTURA DEL QUOTIDIANO IN CLASSE".

Il mio grazie a tutti i partecipanti!
Prof.ssa Angelica Piscitello

martedì 27 novembre 2012

SPAZIO APERTO COME UN TWITTER

Care ragazze
Apro questo filone del blog per la discussione libera!

Dì la tua, in poche righe (140 caratteri), come un twitter,  per esprimere un’opinione personale o un giudizio critico su una notizia d'attualità, ma anche su argomenti culturali, di studio...
"Come un twitter" ha, come primo scopo didattico, iniziarvi ad organizzare un pensiero completo nella sua essenzialità. Come secondo scopo didattico insegnarvi all'uso di alcuni strumenti tecnologici: tra gli strumenti di word, troverete il conta parole (spazi chiusi o spazi aperti, non importa in questo caso). Selezionando, col tasto sinistro del maus, il vostro pensiero (twitter), scoprirete quanti caratteri avete utilizzato nel brevissimo messaggio, eliminando, eventualmente, le parole in più, così che sarete cosrtretti a scegliere le parole più cariche di significato che possano esprimere il concetto in 140 caratteri.

Il nome "Twitter" deriva dal verbo inglese to tweet che significa "cinguettare", ad indicare la brevità del parlato, tenendo presente che "brevità" non significa "banalità" del dire! Proprio perché si dice qualcosa in breve le parole devono risultare selezionate, dense di significato: tutto un pensiero su qualcosa in una sintesi essenziale di 140 caratteri.

Vi metto alla prova!
Naturalmente potete scrivere più twitter.

mercoledì 7 novembre 2012

Alla Bastiglia!

1789 – Insorti parigini si impossessano della Bastiglia, la prigione-fortezza simbolo dell’ancien régime, e ne liberano i prigionieri. L’avvenimento, sebbene di per sé poco importante (i reclusi trovati all’interno furono pochissimi), assunse comunque una enorme carica simbolica fino a divenire un’icona della Rivoluzione Francese.
La Bastiglia era una piccola fortezza dotata di 8 torri, fatta costruire da Carlo V, tra il 1365 ed il 1383. Come mezzo di difesa non era mai servita a nulla. Dimessa come fortezza ai tempi di Richelieu, venne destinata ad essere una prigione: una prigione un po’ speciale. Nella Bastiglia venivano rinchiusi certi personaggi, in base a speciale ordine del re (lettre de cachet), che dovevano essere fatti sparire con “discrezione”, evitando processi pubblici che avrebbero potuto recare disdoro al clero, alla nobiltà ed alla corte stessa. Per tale motivo simboleggiava l’aspetto più protervo, bieco ed incontrollato dell’assolutismo monarchico; conquistare la Bastiglia significava, per il popolo, abbattere il simbolo della tirannia e dell’ingiustizia.
(In fondo si potrà vedere un filmato della RAI con una ricostruzione di quella giornata)
Alle ore 17 del 14 luglio inizia una lotta spietata, con molti parigini che perdono la vita nella battaglia davanti alla fortezza quando il governatore Bernard de Launay da ordine di sparare sui rivoltosi. Ma il carcere è difeso da soli trenta svizzeri e da una ottantina di invalidi, subito sopraffatti.
La delusione è grande quando dentro la fortezza viene trovato l’arsenale vuoto.
La vittoria morale è però grande. Quando sono liberati i prigionieri (in verità pochi, solo 7 ai ceppi della tortura), la scena, poi riportata sulla stampa da un abile illustratore, suscita nell’immaginario collettivo una immensa emozione. L’artista riassume con la sua opera pittorica gli orrori di quattrocento anni di arbitrio. La folla ricorda le migliaia di perseguitati di un tempo, li associa a quelle immagini e sfoga l’odio secolare facendo a pezzi il governatore.
La caduta della Bastiglia, ed il martirio di alcuni parigini sacrificatisi per la libertà, fu un evento spettacolarmente simbolico, una specie di miracoloso trionfo del popolo contro il potere dei soldati reali. Luigi XVI capitolò: non voleva che una guerra civile si svolgesse nelle strade e trasformasse la città in un campo di battaglia. A Parigi il Re stesso inaugurò il nuovo tricolore: Bianco per i Borboni, Rosso e Bleu per i Parigini (subito si fece fare un quadro, a cavallo, con in testa la coccarda tricolore). E’ la prima grande affermazione della Rivoluzione e la prima grave sconfitta della monarchia.


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venerdì 2 novembre 2012

IL GIURAMENTO DELLA PALLACORDA

 
Poca favilla gran fiamma seconda (Paradiso I, 34) è un verso dal primo canto del Paradiso, dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Il sommo poeta, discuteva di altro nel suo canto, ma la sua massima è sempre valida: "una piccola scintilla può provocare un grande incendio". E' quello che accadde il 20 giugno del 1789 a Versailles, quando ebbe luogo un avvenimento che, di lì a poco, avrebbe reso irreversibile il processo che portò alla Rivoluzione Francese e alla caduta definitiva della monarchia: il giuramento della Pallacorda.
 
 
 
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